Buonasera, laboratorianti!
A rallegrare questo uggioso martedì di ottobre (per lo meno qui da me!) ecco l’articolo di approfondimento di oggi che tratterà del documento di controllo (vol1). L’articolo è importante, vi richiederò un esercizio, a breve, sul documento di controllo, quindi se avete dubbi scrivetemi o usate il canale TG. E magari iniziate a redigerlo!
Premessa doverosa, come sempre. Come per molte altre definizioni, metodi, tecniche, il “documento di controllo” è un file che può avere nomi diversi, o che può non essere utilizzato da tutte le professioniste, che magari usano dei documenti separati, o vanno a memoria (anche se lo sconsiglio), oppure applicano tutti i commenti e le considerazioni sul file e dunque non utilizzano alcun documento separato. A prescindere da questo, io suggerisco fortemente l’uso di un documento di controllo, ovviamente nelle modalità e con i metodi che più si addicono alle vostre singole predisposizioni, caratteri ed esperienze, principalmente e semplicemente per due motivi: 1) non possiamo ricordarci tutto di un libro e soprattutto di tutti i libri che lavoriamo contemporaneamente; 2) intasare il testo di commenti a margine è una cannibalizzazione del nostro tempo e di quello di chi scrive, poiché ci costringe e rileggerli tutti per individuare ciò che ci serve.
Che cos’è?
Il documento di controllo è un file (scritto in qualsiasi supporto, cartaceo o digitale), che riepiloga, tiene traccia e aggiorna i cambiamenti, il lavoro in generale, la normazione, le informazioni aggiuntive dei singoli testi, in particolar modo sui singoli romanzi. Quando ho creato “Editor. La revisione dei romanzi” (QUI), l’ho fatto pensando alla struttura base di un documento di controllo, una struttura malleabile che utilizzo da anni per tenere traccia dei miei lavori. Nella maggior parte dei casi il documento di controllo è privato, a uso interno dell’editor, ma contiene informazioni da condividere con chi scrive durante l’intera durata della collaborazione.
A cosa serve?
Il documento di controllo, oltre a tenere traccia del lavoro e dei riferimenti del romanzo (epoca, struttura, caratteristiche dei personaggi, conflitto, indizi ecc.), serve a fissare nella mente proposte, modifiche, cose da modificare nei vari punti del testo che non riguardano direttamente il capitolo/scena/frase che stiamo editando. Quando ci viene in mente “ah, questa parte da qui dobbiamo toglierla, ma potremmo metterla lì” lo scriviamo nel commento e, contemporaneamente, lo riportiamo nel documento di controllo – che, proprio per questo motivo, si deve suddividere in sezioni. Oppure per ricordarci qualcosa del tipo “ah, questa frase mi fa venire in mente anche che…” senza sovraffollare il testo da commenti non pertinenti a quella specifica parte.
Da cosa è composto e come si compila?
Dunque, veniamo al succo del discorso e cerchiamo di andare con ordine. Quella che riporto qui sotto è una struttura base di un qualsiasi documento di controllo, con qualche esempio e in ordine cronologico di compilazione (ovvero quando e in che ordine dovremmo compilarlo e redigerlo).
Le pagine (1, 2, 3 ecc.) sono indicative, ogni sezione può avere più pagine.
Parte 1
pre lavoro
Pagina 1: dati “anagrafici” del romanzo, da compilare anche prima della lettura integrale, che comprendono: nome autore/autrice, numero di caratteri s.i. e relative cartelle, genere del romanzo, titolo provvisorio, data di inizio collaborazione e data di consegna e fine collaborazione stimata + sezione note se presenti nella stessa presentazione del romanzo da parte dell’autrice. A questa prima pagina si allega la sinossi fornita dall’autrice.
Pagina 2: lettura integrale e aggiornamento A. In questa parte si scriverà la sinossi realistica (poiché spesso quella autoriale non lo è), confrontandola però con quella presentata dall’autrice. Oltre a questo, si appunteranno i seguenti elementi: struttura narrativa*, punto di vista, narratore ed eventuale cambi POV, normazione editoriale prevalente, varie/appunti per elementi particolari. Di solito questo si compila prima del confronto sulla prima lettura integrale.
* per struttura narrativa intendiamo la suddivisione fabula e intreccio (ed eventuali livelli a fabula primaria, secondaria eccetera che abbiamo visto nell’articolo degli atti della narrazione). Anche su questo ci sarà un esercizio, se volete portarvi avanti!
Pagina 3: lettura integrale e aggiornamento B. In questa sezione si riporteranno i nomi dei personaggi e le caratteristiche base (protagonista, antagonista ecc); il conflitto principale del romanzo, l’atmosfera, l’epoca, eventuali sistemi di genere (worldbuilding, sistema magico, sistema d’indagine, periodo di innamoramento ecc.) Di solito questo si compila dopo il confronto sulla prima lettura integrale.
Pagina 4: lavoro di editing fase 1. In questa sezione si raggruppano le prime considerazioni post lettura integrale, dunque le macro problematiche, le valutazioni generali, tutti gli appunti a uso interno dell’editor riguardanti problemi, gestione, possibili soluzioni. Di solito questa sezione si compila nel primo giro di editing o nei primi capitoli di editing se si lavora a blocchi.
Parte 2
lavoro di editing**
Pagina 5: lavoro di editing fase 2. In questa sezione si appuntano le considerazioni post prima lettura e colloquio con autrice (dopo l’inizio dell’editing) e, successivamente, post secondo, terzo, quarto ecc. Esiste solo un ordine gerarchico, dopo quello cronologico, e riguarda le modifiche importanti e le modifiche meno importanti. Questa sezione, dunque, è la prima da compilare/aggiornare dopo il primo confronto con l’autrice, e da continuare a modificare nel corso del lavoro.
Un appunto sulle fasi fin qui viste: possono essere raggruppate in una sola macro lista o macro considerazioni suddivise fra prima e dopo il primo colloquio post lettura integrale.
Pagina 6: lavoro di editing fase 3. In questa sezione, invece, si appuntano le problematiche o gli aggiornamenti nel corso del lavoro.
A questo punto, possono sussistere contemporaneamente moltissime liste di controllo. Fra le più importanti:
· Elementi da confrontare. Ovvero tutti gli elementi che, durante la prima lettura o il primo giro di editing devono essere confrontati con informazioni date prima/dopo nel testo. Ad esempio: dov’è la montagna rispetto alla casa di Marta? Inserire nella lista di controllo “Elementi da confrontare”. Questo documento è utilissimo per le saghe, e dunque i seguiti.
· Elementi da approfondire. Ovvero tutti quegli espedienti, scene, frasi o addirittura capitoli che potrebbero essere approfonditi. Ad esempio, mostriamo meglio il passato di Veronica? Sì, ma dove? Lo segnaliamo nella lista di controllo “Elementi da approfondire” e lo rivedremo in fase di lavoro dell’autrice o in fase di secondo giro di editing.
· Elementi da chiarire. Allo stesso modo, tutte quelle informazioni non chiare all’editor o all’autrice che devono ottenere una loro collocazione. Ad esempio: sfruttiamo meglio l’atmosfera cupa? Chiariamo meglio i personaggi/sospetti di Monteluce? Domande da riportare nella lista di controllo “Elementi da chiarire.”
Ovviamente, questa suddivisione potrebbe allungarsi in maniera esponenziale, e a sua volta essere suddivisa in altre suddivisioni più piccole: l’intento, però, non è quello di creare un’enciclopedia sul romanzo, ma di avere sotto mano tutti gli elementi necessari alla sua revisione.
** Questa parte 2 si può riproporre e soprattutto si deve aggiornare ad ogni giro di editing e nel corso di ogni “giro”.
Parte 3
rilettura e consegna
Pagina 7: revisione finale. A seconda che sia stata contrattualizzata una cdb o meno, l’ultima parte riguarda la revisione/rilettura o, appunto, la correzione di bozze. Nel file di controllo riguardante la revisione finale, solitamente si aggiorna la normazione e si controlla che tutto sia spuntato negli elementi di “controllo” citati alle pagine 5 e 6.
CONSIDERAZIONE IMPORTANTE. È chiaro che non tutti i libri necessitano di una struttura di controllo (documento di controllo) così articolata. Ci sono testi che ne hanno bisogno (e anche di più approfondite) perché estremamente complicati, e altri testi che necessitano solo di una tenuta traccia degli elementi fondamentali, poiché posseggono strutture più semplici. Le “pagine” sono comunque tutte importanti, ma non tutte devono essere sviscerate alla stessa maniera, e possono essere accorpate l’una all’altra. Il grado di approfondimento lo intuirete da sole a seconda del testo di riferimento, a seconda di quanto lavoro necessita e di quanto tempo avete per approfondirlo. Per esempio, in Monteluce una struttura simile potrebbe essere troppo complessa e si potrebbero accorpare le pagine 2, 3 e 3.
Spero di avervi chiarito per sommi capi l’importanza di questa tenuta traccia!
Vi ricordo, sempre e comunque, che sono qui per rispondere alle vostre domande.
Noi ci rivediamo a lezione domani!
Grazie!
G.
p.s. vi ricordo che ci sono le risposte di Celeste e i suoi chiarimenti caricati nella cartella Drive del LAB: guardateli prima della lezione!
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