Buonasera, laboratorianti!
Come è trascorso il weekend? Spero pieno di belle cose da fare (e di documenti di controllo da scrivere!) Oggi, prendendo spunto da alcune vostre domande, parlerò della lettura editoriale.
In una mail, Sara mi ha domandato: “il ruolo che ha il lettore nella valutazione in base al mercato (anche qui, come facciamo a non farci influenzare troppo dai gusti, e come bilanciamo la scelta fra trend di mercato e di buona scrittura? mi sembra una bella responsabilità!)” Per rispondere a questa domanda, dobbiamo tornare indietro di un passo, anzi due.
Il lettore editoriale, come ci siamo già dette, si occupa di ricevere, leggere e valutare i manoscritti che arrivano alla Casa Editrice attraverso vari canali (invio spontaneo, concorsi, agenzie ecc.) per poi compilare una scheda di valutazione (che di solito è preimpostata dalla stessa CE) e inviarla all’editor/caporedattore di riferimento. Una cosa che forse mi sono dimenticata di dirvi (scusate!) è che il lettore editoriale, nella stragrande maggioranza dei casa, non è da solo. Una casa editrice, anche la più piccola, ha almeno due lettori/lettrici e dopo di loro deve arrivare la validazione dell’editor e, nelle CE più piccole, anche dello stesso editore. È chiaro dunque che questa responsabilità è frammentata, divisa su più spalle e che in nessun caso la sola responsabilità del romanzo ricade sul lettore/lettrice.
A questo punto, oltre a tutte le valutazioni che ci siamo già dette sul romanzo (trama, conflitto, bontà oggettiva, stile, atmosfera, personaggi, caratterizzazioni: dunque tutto ciò che concerne i quattro pilastri narrativi), compito del lettore editoriale è anche individuare il target e le eventuali possibilità di mercato.
Come?
Conoscendo il mercato stesso.
È nostro compito, in quanto lettrici editoriali, editor, ecc., conoscere il più possibile le tendenze di mercato, valutando i titoli in uscita, quelli esteri in arrivo, i trend; le catalogazioni arbitrarie di genere e quelle di target. A questo proposito ho già parlato nell’articolo #13, qui aggiungiamo qualcosa di più specifico:
· Le librerie. Visitare le librerie e osservare in che modo vengono disposti e divisi i titoli è sempre una buona idea per conoscere gli andamenti di mercato. Dove sono posizionati i titoli per ragazzi? Dove i fantasy? Dove i romance? Dove i gialli? Sono divisi solo per genere o anche per target? Quali sono i titoli sui banchi (solitamente pagati dalla CE) e quali sono posti di dorso (infilati a scaffale) anche se usciti da meno di un mese? Se possibile, parlate anche con le libraie e i librai: fonte preziosissima di tendenze del mercato. Ovviamente, controllate anche le statistiche.
· Sempre in libreria, leggete, anzi: divorate le IV di copertina e assimilate il più possibile sulle storie: quali somiglianze ci sono? Quali conflitti, temi, personaggi si ripetono?
· Leggete le recensioni per avere le stesse informazioni direttamente dai lettori, quindi i “clienti” a cui ci dobbiamo rivolgere.
Per quanto riguarda il bilanciamento fra trend di mercato e buona scrittura, è un problema che ci dobbiamo porre. In linea di massima, la risposta dipende dal genere di Casa Editrice. Esistono CE che sono palesemente indirizzate al trend di mercato (vedi Newton Compton, l’emblema) e altre palesemente indirizzate alla scrittura di nicchia. Un equilibrio è possibile, ma non dipende da voi. Ciò che dovete fare è, sempre!, chiedere linee guida alla Casa Editrice. In particolare, quando iniziate a collaborare con una CE o un’agenzia o un/una editor dovreste conoscere (e dunque domandare con precisione):
– la linea editoriale (ed eventuale collana di riferimento o collane)
– il target di riferimento della linea editoriale (o di eventuali collane)
– le eccezioni possibili applicabili in termini di genere e di target.
In linea di massima, se a una CE indirizzata al mercato capita un romanzo eccezionalmente ben scritto, ciò non significa che andrà rifiutato! Nella valutazione si apporrà una dicitura del tipo “pur non rientrando nelle linee/collane editoriali, il romanzo ha un enorme potenziale in termini di… perciò ne consiglio ugualmente la lettura perché…” e le motivazioni. Spesso, soprattutto nelle grandi CE, gli editori “scambiano” manoscritti proponendo ad altre CE la pubblicazione.
Per quanto riguarda l’ultima parte della domanda “come non farci influenzare troppo dai gusti”, purtroppo non possiedo una risposta a questa domanda, non una definitiva, perlomeno. L’editing, la lettura, la critica, sono arti-artigiane, questo vuol dire che il gusto sarà sempre presente, non è possibile (e meno male!) eliminarlo. Questo però non significa che il gusto debba governare le nostre scelte, al contrario. Dovremmo, in qualche modo, allenarlo, capirlo, coltivarlo. E l’unico, l’unico, modo per farlo è leggere. So che sarebbe bello avere una soluzione più semplice e veloce, ma non esiste: diffidate di chi vi dice il contrario. Per fare (bene) il nostro mestiere, come scrive Alessandra Selmi, ci deve piacere leggere, in maniera onnivora; deve essere una dipendenza: come il fumo, l’alcol, il sesso.
Ed ecco tutto anche per oggi!
Se avete dubbi, come sempre, sono qui.
Vi ricordo la scadenza del famigerato doc di controllo per stasera alle 18:30.
A presto!
G.
p.s. so che ve l’ho già consigliato, ma torno alla carica: leggete La caffettiera di carta di Antonella Cilento, la trovate QUI.
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