#20 - Affiancare, progettare
- Gloria Macaluso

- 29 ott
- Tempo di lettura: 4 min
Buonasera, laboratorianti!
Come va il vostro martedì? Ieri avete guardato qualcuno dei video proposti? Parliamone su TG, se vi va! Oggi parliamo di progettazione.

Dunque, abbiamo già parlato di altri lavori che possiamo fare insieme ai nostri autori e alle nostra autrici. Uno di questo è la progettazione del romanzo che può sfociare in consulenze o in affiancamento.
Chiariamo meglio.
Intanto, che cosa intendo per progettazione; brevemente: la struttura del romanzo, dalla fabula all’intreccio, compresa la suddivisione in capitoli e, al suo interno, la suddivisione in scene. Il tutto corredato da un file che riassuma: il punto di vista ed eventuali POV, il tema del romanzo (la promessa autoriale) eventuali seguiti, incipit e finale scritti, schede di personaggio e, quando serve, di worldbuilding.
Seguire la progettazione di un romanzo, attraverso l’affiancamento o le consulenze, di cui parlerò fra un attimo, non è un lavoro da principianti. Per gestire la progettazione vi ci vorrà un bel po’ di esperienza nell’editing e uno studio matto e disperatissimo della scrittura narrativa (che, no: non è solo il viaggio dell’eroe o Story di McKee, ma questo ce lo siamo già dette), nonché una serie potenzialmente infinita di letture.
Però, dato che qui parliamo di collaborazioni e freelancer, è giusto che vi anticipi che cosa, anche, possiamo fare per i nostri autori.
1. Affiancamento.
Con questo termine io intendo un lavoro che parte da un seme. Piantina o germoglio: un’idea. Voglio scrivere di mia madre… Voglio scrivere di un ragazzo che si innamora… Voglio scrivere di un mondo sospeso nel cielo… Questo è (spesso) tutto ciò che gli autori sanno del loro seme. Un puntino nell’universo narrativo possibile. Capita a volte che gli autori abbiano più informazioni, che la pianta sia già cresciuta, più stabile, ma non ancora sicura delle proprie radici. È come una bicicletta a cui mancano dei pezzi, a volte anche solo le rotelle.
L’affiancamento è una collaborazione lunga e costosa, ovviamente, e richiede un lavoro molto profondo a livello di studio e conoscenze della narrativa, ma anche di amicizia – la chiamiamo così in maniera erronea, potremmo definirla anche solo profonda conoscenza – e gestione dell’autore o dell’autrice. Dovremmo scavare, in (quasi) tutti i sensi, nella mente di chi abbiamo di fronte e tirare fuori un groviglio di scene, momenti, ricordi e aneddoti, per poi vomitarlo sulla carta (sì, esatto, è un po’ nauseante all’inizio). Dopo, solo dopo, prenderemo quel groviglio e tireremo fuori unicamente i fili che ci interessano.
Già, il punto difficile è proprio questo: tirare fuori le cose giuste. Ma, attenzione: le cose giuste per il romanzo, non per noi o per l’autore. È “un’arte” che si apprende solo con l’esercizio.
Di cose pratiche, invece. Io strutturo l’affiancamento con un una serie di call (una decina, almeno, per la fase di progettazione del romanzo, che puntano a costruire i documenti che vi ho citato prima), e con un lavoro di lettura e macro editing sui testi prodotti. Sono lavori che possono durare anni. Il più lungo per me, ad oggi, è stato un affiancamento di due anni e mezzo.
Essendo collaborazioni molto impegnative, infatti, non ne accetto mai più di due o tre l’anno (a seconda di quante ne ho concluse).
2. Consulenze.
Le consulenze, al contrario, partono da un bell’orticello. Partono quando la progettazione del romanzo c’è – e magari c’è anche il romanzo – ma va affinata. Di solito le strutturo a cicli di tre consulenze + due. Abbiamo una sinossi, forse abbiamo anche il romanzo scritto, ma c’è qualcosa, a livello di progettazione, che non torna.
Il lavoro di consulenza può essere svolto anche attraverso una scheda di valutazione prima e delle call poi, con lo scopo di aggiustare i punti progettuali che non funzionano e i punti “micro” da rivedere in tutto il romanzo.
Punti progettuali:
– Trama (intreccio)
– Personaggi (conflitto, caratterizzazione, motivazione)
– Stile (generale e ritmo)
– Atmosfera (ambientazioni e controllo del world building quando necessario).
Praticamente i punti di una scheda di valutazione, ma visti in ottica di progetto complessivo.
Questo lavoro è più breve (di solito due o tre mesi) e meno costoso, ma non per questo richiede meno impegno. Anzi, considerando che è un lavoro “compresso” rispetto all’affiancamento, forse richiede qualche destrezza in più.
In generale, entrambi sono buoni metodi per proporre all’autore o all’autrice un ciclo di progettazione. Per esempio, se non fosse stato proposto al LAB, il romanzo della nostra Elisabetta. lo avrei annoverato nella sfera Consulenze, probabilmente con un lavoro 3+3 (ore), prima dell’editing. Di sicuro, avrei proposto prima una valutazione.
Sottolineo una cosa importante: entrambi, anche se in modalità diverse, sono lavori e collaborazioni da intendere come strumenti per l’autore. L’affiancamento non è un ghostwriting: noi supportiamo, ma è chi scrive a dover… scrivere! Le consulenze non servono per dare idee, ma per far venire idee. Come l’editing, del resto.
So che sono ancora tipi di progetti nebulosi, ma li rivedremo insieme nella seconda lezione bonus che si terrà sabato 8 novembre. Se avete domande in merito, comunque e come sempre, sapete dove trovarmi!
A domani!
G.



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