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#2 – Le valutazioni

Si scrive male quando ci si rifiuta ostinatamente di raccontare storie su quel che la gente fa realmente.

Stephen King


Bentrovate, laboratorianti!


Come state?

Siete pronte per domani?


Prima di tutto, breve recap: domani si terrà la prima lezione del LAB, ore 18:30 su Zoom tramite il link unico inviato nella prima mail e che trovate anche nell’articolo di benvenuto. Vi ricordo che il laboratorio è interattivo, dunque non arrivate timide, vi guiderò io. La prima parte della lezione sarà teorica, poi inizieremo con il lavoro di editing sul romanzo. Per questo è importante che lo abbiate letto tutte, fino alla fine. Il perché l’ho spiegato nell’articolo di ieri.


Ora, veniamo a noi. Parliamo delle valutazioni preliminari. Prima di entrare nel dettaglio, però, vorrei provare a farvi dedurre qualcosa da sole. Nel corso di questa e della scorsa settimana ho ricevuto alcune delle vostre valutazioni preliminari sul romanzo.

Ve ne riporto qualche estratto.


Qui trovate due versioni del riassunto “in tre righe”


1. Per sopperire alle mancanze di una madre assente e incostante, Cesare si fa quotidianamente carico della sorellina e della casa. Conduce un’infanzia di preoccupazioni e responsabilità, fino all’evento che porta a galla il profondo malessere della madre.


2. Un bambino di dieci anni, con una madre assente e instabile, è costretto a crescere in fretta e a occuparsi da solo della sorella minore. La madre, [ehi, via quella virgola tra soggetto e verbo!] riemerge a tratti dalla sua catatonia e organizza un viaggio con l’intenzione di commettere un omicidio suicidio.

Okay, andiamo avanti. Adesso, ecco le opinioni sulla sorellina, Giorgia.


1. Giorgia: molto stereotipata. A volte viene caratterizzata come una bambina di tre anni

(ciuccio, parole storpiate), altre sembra più grande, soprattutto nei dialoghi.


2. Anche Giorgia è ben ritratta nella sua innocenza che traspare soprattutto dai dialoghi con il

fratello.


Iniziate a intuire qualcosa? Cosa si può dedurre da queste considerazioni? Ora guardiamo tre commenti finali.


1. In conclusione, penso che la storia si possa sviluppare molto di più. Al momento avrebbe più la struttura di una novella (forma narrativa nobile e validissima), ma esplorando più a fondo il personaggio di Olivia, il suo rapporto con la madre, i figli e la propria malattia, e raccontando degli episodi di tensione più piccoli che gradualmente portino al climax, può sicuramente trasformarsi in un romanzo avvincente.


2. Secondo me dovrebbe ripensare alla storia, rimodulando o togliendo del tutto la linea temporale di Olivia. Trovo anche poco utili e ridondanti, per come scritte, le scene in cui dipinge con i compagni che non aggiungono nulla alla storia e sono ripetitive. Sembra quasi che siano messe lì solo per mostrare gli altri personaggi e dare maggiore corpo alla vicenda che altrimenti sarebbe confinata nell’appartamento. Suggerirei all’autrice di sfruttarle meglio per far emergere di più il personaggio di Cesare.

3. Credo che il difetto più grande consista nella struttura del romanzo, dato che i blocchi dedicati a Olivia bambina/adolescente creano confusione nella lettura. Per questo, penso che la cosa più importante da fare sarebbe riorganizzare il montaggio: magari, si potrebbe dedicare un capitolo a Olivia ogni tot incentrati su Cesare, senza mischiare le due linee

temporali.

Grazie a Daniela e Laura, le prime due opinioni sono le loro, e a Nora per quest’ultima.


Ma leggiamone ancora un paio, di Ermelinda e di Daniele.


1. Il punto di forza sono le descrizioni, ben dettagliate e precise, inseriscono il lettore nello spazio narrativo e lo aiutano a visualizzare scene e personaggi. Interessate e di effetto il colpo di scena finale dell’epilogo.


2. Lo stile, per la tipologia di romanzo, è grossomodo calzante. Sono presenti alcuni errori di

ripetizioni e di poca fluidità delle frasi ma è tendenzialmente marginale.


Dunque, ora facciamo il punto.

Avrete capito che avete redatto schede molto diverse fra loro. C’è chi ha apprezzato la caratterizzazione di Giorgia, chi no, chi ritiene il POV buono, chi no; chi vorrebbe ripensare tutta la storia e chi utilizzare le basi per creare un romanzo vero, che sia sé stesso, attraverso il suo potenziale.


Qui è necessaria un’enorme e fondamentale premessa: ogni singola considerazione fatta sulla storia in senso generale e da voi espressa è corretta. È corretta perché è il vostro punto di vista. Ed è il vostro punto di vista proprio perché è diverso da quello di qualunque altra.


Primissimo insegnamento del LAB: la diversità è la nostra arma vincente. Infatti, nessun editing (nessuno) sarà mai (mai!) uguale a un altro.

Su questa diversità incentreremo tutto il lavoro del LAB, perché è dalle tante opinioni che scaturirà l’editing stesso.


Ma…

Sì, certo, c’è un ma bello grosso.


Ma, appunto, esistono anche i confini tra bontà oggettiva del testo e gusto soggettivo dell’interpretazione. Su questo sperimenteremo l’intero lavoro sul romanzo senza mai dimenticare il volere dell’autrice che, vi ricordo, leggerà tutto il nostro lavoro e lo seguirà, rispondendoci.


Come coniugare il gusto personale con l’efficacia effettiva di un romanzo e nel mezzo non snaturare l’idea e il messaggio che l’autrice vuole comunicare?

È la domanda delle domande.


Inizieremo a parlarne domani, nella discussione sul macro editing.


Nelle vostre schede di valutazione, però, c’è stato qualche intoppo. Al di là di alcune davvero risicate (molto brevi, troppo brevi e povere!), sono due le ingenuità ricorrenti. La prima riguarda l’organizzazione del contenuto. Sì, potevate seguire lo schema che vi ho riportato, ma era una bozza da sviscerare un po’ più in profondità e magari strutturare seguendo anche altri pilastri narrativi.

La seconda, invece, riguarda la prevalenza di giudizio, a volte troppo lapidario che non lascia spazio al miglioramento: le schede, quelle pensate per l’autore/l’autrice, sono strumenti di lavoro, non pagelle. Di come strutturare una scheda di valutazione valida a seconda del committente ne riparleremo, per ora, qui sotto potete trovarne due (nota: continuate a leggere l’articolo, prima di perdervi nella lettura degli allegati).


Questo estratto del volume “Il mestiere di leggere”, con due pareri di lettura per editore di Marino Moretti e di Giuseppe Ravegnani.

Parere_di_lettura_il_mestiere_di_leggere
.pdf
Download PDF • 818KB

Qui sotto, invece, una valutazione per autore che ho redatto due anni fa in causa a un corso di aggiornamento. Come vedrete questa seconda, essendo per autore, è molto più dettagliata – ma ne riparleremo.

Scheda_di_lettura_autore_Gloria_Macaluso
.pdf
Download PDF • 198KB

Prima di chiudere, però, vorrei porre l’attenzione su altri due commenti delle vostre schede. Il primo è di Nora, più tecnico:


Infine, ho un dubbio: mi è stato insegnato che per definirsi romanzo un testo deve essere composto da almeno 220.000 battute, altrimenti si tratta di una novella, che stampata non dà un numero di pagine sufficiente a giustificare un prezzo di copertina adeguatamente basso. Dato che questo manoscritto è lungo 104.065 battute, bisognerebbe suggerire all’autrice di ampliarlo se la sua intenzione era quella di scrivere un romanzo breve?


Per definirsi “romanzo”, un testo deve possedere più o meno 60mila parole che, tradotte, sì, si possono avvicinare alle 220.000 battute s.i. – anche se queste unità di misura non coincidono. Detto questo, come sottolineava qualcuna, il testo che abbiamo di fronte ha più la lunghezza di una novella o racconto lungo. Attenzione: la lunghezza. Questo perché a definirsi romanzo, oltre ai canoni appena citati, non è tanto il numero di battute quanto l’impianto narrativo, e quello che abbiamo di fronte è impianto romanzesco. Vi faccio qualche esempio. La fattoria degli animali di Orwell conta circa 30mila parole, ma lo definireste un racconto? Anche Ethan Frome di Wharton ne conta poco più di 29mila. Citiamo anche Le notti bianche di Dostoevskij con poco meno di 33mila parole, oppure Giro di vite di James con poco pi di 37mila parole. Insomma, non è la lunghezza a fare l’impianto narrativo, ma è pur vero che da qualche parte dobbiamo mettere dei paletti. Al di là del prezzo di copertina che, no, non dovrebbe essere una discrimine (stampano libri ben più brevi e ben più costosi!), la lunghezza deve essere condizionata solo dalla bontà del testo stesso e in questo caso, sì, mancano decisamente delle parti e, sì, consiglieremo all’autrice di approfondirlo.


Il secondo è di Daniela, più incentrato sugli elementi narrativi:


So di essermi già dilungata parecchio, ma ci tengo a dare un consiglio all’autrice: quello della disabilità (in cui generalmente si includono tutte le sofferenze croniche, comprese quelle mentali) è molto delicato e trattarlo è un’impresa che comporta enormi responsabilità. Soprattutto in un romanzo psicologico, una malattia come la schizofrenia deve essere rappresentata fedelmente, non può essere usata come un semplice espediente per generare tragedia. Serve una comprensione profonda di essa per poterla raccontare e, se non la si vive in prima persona, la ricerca e l’ascolto di chi invece ne fa esperienza sono essenziali. Qual è l’antagonista, il vero male della storia? Olivia, la sua malattia o le circostanze in cui lei, Cesare e Giorgia vivono? Se la risposta è una delle prime due, si cade nel disability bias.


Qui, complimenti per questa analisi davvero approfondita. Ma, un appunto: quando si scrive “una malattia come la schizofrenia deve essere rappresentata fedelmente, non può essere usata come un semplice espediente per generare tragedia. Serve una comprensione profonda di essa per poterla raccontare e, se non la si vive in prima persona,” si dà per scontato un tema fondamentale: siamo sicure che la nostra C.A. non abbia un’esperienza diretta? Attenzione a dare per certo un elemento che riguarda (anche) la sfera privata di chi scrive. Parleremo molto del rapporto con l’autore/autrice.


Inoltre, la domanda finale, molto, molto interessante: “Qual è l’antagonista, il vero male della storia? Olivia, la sua malattia o le circostanze in cui lei, Cesare e Giorgia vivono? Se la risposta è una delle prime due, si cade nel disability bias.” E anche qui, complimenti per l’analisi profoonda, ma questo mi fa riflettere su un’altra questione: avete compreso l’epilogo? Al di là dei perfezionamenti da apportare e delle grosse modifiche che il testo dovrà subire, non c’è già la riposta a questa domanda?


«Recentemente ho saputo del suicidio di Anna. È ironico che si sia gettata in un fiume. La schizofrenia è più comune di quanto si creda. […] Quando i miei pazienti entrano e lo vedono per la prima volta ne rimangono intimoriti. Io dico loro che non bisogna avere paura dei mostri, che sono dentro ognuno di noi, e contro di loro possiamo fare solo una cosa. Mai ignorarli, mai sottovalutarli. Ma rinchiuderli in una zucca.»


Ne riparleremo, nel frattempo vi lascio meditare.


Ora, riepilogo importante delle informazioni tecniche:

· Il link di accesso per domani lo trovate nella prima mail collettiva e nel primo articolo “Benvenute”.

· La lezione si terrà dalle 18:30 alle 20:30 con uno sforo massimo di 15 minuti (giuro, non vi tratterrò oltre!)

· Le lezioni saranno sempre registrate e disponibili il giorno successivo insieme al riepilogo del lavoro svolto.

· Durante il laboratorio potrete (dovrete!) interrompermi in qualsiasi momento per domande, considerazioni, dubbi o qualsiasi contributo vogliate dare: il lab è un percorso interattivo!

· Vi consiglio di tenere a portata di mano fogli/taccuini/pc o macchine da scrivere (non si sa mai che qualcuna tra voi abbia l’animo particolarmente vintage), così da segnare i riferimenti più importanti. Ovviamente, sarebbe anche il caso che voi teneste il romanzo stampato/su pc sottomano, anche se lavoreremo sulla mia copia che sarà sempre a schermo condiviso.


Gli articoli di approfondimento come questo e la cadenza di pubblicazione rispetteranno il programma qui sotto:


–Mercoledì: nessun articolo, c’è la lezione!

–Giovedì: articolo di riepilogo del lavoro svolto, considerazioni e consigli + esercizio da consegnare entro e non oltre il lunedì successivo alle ore 12:00

–Venerdì, lunedì e martedì: articoli di approfondimento. Ogni due lunedì circa l’autrice ci farà avere il suo riscontro sul testo, rispondendo direttamente ai commenti e compilando piccole schede per noi. Potremo porle tutte le domande necessarie.


Quando le lezioni si terranno il sabato (le due bonus), l’articolo del venerdì salterà.

Per qualsiasi dubbio/domanda scrivetemi o commentate qui sotto oppure, ancora, utilizzate il canale Telegram.


A domani!

E grazie,

Gloria


P.S. vi ricordo che potete condividere la vostra esperienza del LAB sui vostri social: mi farà davvero piacere e mi aiuterà a spargere la voce per l’edizione del prossimo anno!

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