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#1 – La lettura integrale

Certe volte ho creduto fino a sei cose impossibili prima di colazione.

Lewis Carroll


Buon pomeriggio, laboratorianti!


Innanzitutto, grazie per le prime valutazione sul romanzo oggetto del LAB. Quelle che ho ricevuto fino a ora sono relativamente allineate, pur essendo in contrasto su punti anche sostanziali, come è normale che sia poiché la lettura, anche quella professionale, è inesorabilmente contaminata dal gusto personale. E meno male – fino a un certo punto.


Di questo, del gusto appunto, parleremo approfonditamente nel corso del Laboratorio, cercando di distinguere “l’oggettivo” dal “soggettivo”, il che sembra semplice ma non lo è. Oggi, però, vorrei parlarvi della prima lettura integrale del romanzo, il primo ed essenziale step per iniziare a lavorare su un editing.


Prima, un po’ di storia su questo testo. Il romanzo “La mamma” è il primo testo che la nostra C.A. ha pensato di proporre al laboratorio, prima ancora del romanzo “L’altra”, oggetto delle precedenti edizioni. Quando l’autrice mi ha presentato questo scritto mi sono convinta fosse perfetto per la prima edizione del laboratorio, essendo anche molto breve, al limitare del racconto lungo, ma un’altra storia premeva, e dunque abbiamo virato su “L’altra”. Quest’anno, invece, era il suo momento e con qualche aggiunta e un bel po’ di tagli, C.A. mi ha riproposto il romanzo, che, come sapete, ho scelto per questa terza edizione.


Ma perché l’ho fatto?


Le motivazioni sono tante, ma la più importante si racchiude in una parola: potenziale. Non solo il testo che avete sottomano può adattarsi bene per molteplici generi e non generi (e dunque ci dà l’occasione di ragionare anche in termini di mercato e di tipologia di storie che potreste ritrovarvi a editare), ma, soprattutto, il romanzo “La mamma” (e sul titolo discuteremo) ha il potenziale giusto per diventare sé stesso, diventare un romanzo vero che approfondisca i temi al momento appena sbocciati, e quindi la base perfetta (stilistica e contenutistica) per lavorare davvero addentro alla psicologia di una storia, alla sua struttura e alle sue possibilità.


Per questo motivo la prima lettura integrale ha questa importanza.

Non solo ci dà la contezza della storia nella sua complessità, ma è l’unico modo per capire fino a che punto la narrazione può portarci e valutare in toto i quattro pilastri fondamentali: la trama, i personaggi, lo stile e l’atmosfera (parole che ripeterò spesso). La prima lettura è anche l’unico momento in cui, come editor, abbiamo la possibilità di godere di una storia (quasi) come faremmo leggendo un libro “di piacere”. Dico quasi perché ovviamente ci sarà stato un confronto inziale o almeno la lettura di una sinossi e perché, ovviamente bis, staremo svolgendo un lavoro retribuito.


La prima lettura è anche il momento in cui si focalizza il potenziale della narrazione. Quanto può migliorare questo romanzo? Quanto lo può fare l’autrice o l’autore? Fin dove ci possiamo spingere? Qual è il limite entro cui la storia pone le sue fondamenta e qual è il benessere ultimo del romanzo?


Qualche giorno fa, su IG facevo un ragionamento in merito al lavoro dell’editing. Lavorare un romanzo mediocre con un editing è uno spreco di tempo? Bene, ecco qui per prima la risposta: no. Non lo è non soltanto perché da un romanzo un po’ inferiore alla media per x motivi si può tirare fuori un buon romanzo, ma anche perché ogni editing è, per chi scrive, un mini corso intensivo di scrittura narrativa, plasmato e modellato sul proprio testo e non solo, anche sulle proprie capacità, limiti, aspettative, punti di forza. Questo significa che ogni romanzo può essere editato? Di nuovo: no. Un romanzo privo di qualsivoglia potenzialità non può in alcun modo subire un editing, ma una valutazione sì.


E come si svolge la valutazione? Con una prima lettura integrale. E via, il cerchio ricomincia.


Ora, oltre a questi aspetti, la prima lettura integrale dà anche un altro vantaggio: evita che i nostri interventi siano scollati dal testo. Se è vero, infatti, che durante la PLI possiamo – anzi: dobbiamo – appuntare il testo (e ve ne parlo poco sotto), è anche vero che lavorare da subito a un editing vero e proprio senza aver letto tutto il romanzo significa non avere la visione corretta e quindi cadere più facilmente (direi obbligatoriamente) nelle incoerenze di correzione.

Questo avviene soprattutto nei romanzi con una minima pista investigativa o con qualche segreto (come il nostro), dove se segnaliamo quella che a primo acchito ci sembra un’incoerenza, probabilmente dopo una ventina di pagine ci renderemo conto che non lo era.

E questo è un grosso problema.


Detto questo, qui sotto trovate il mio metodo di lettura, cioè il modo attraverso il quale lavoro al testo, possibilmente su “carta” (anche con lettura a video su tablet, basta che abbia una penna in mano).

· evidenziatore verde: trama

· evidenziatore giallo: personaggi

· evidenziatore azzurro: varie / stile

Gli evidenziatori mi servono durante la lettura solo per sottolineare, appunto, dei passaggi importanti (e ritrovarli a colpo d’occhio).

· penna rossa: errori/contenuto

· penna blu: vari/stile

· penna nera: ragionamenti

Con la penna, invece, lavoro alle problematiche, anche perdendomi in ragionamenti che, magari, troveranno riscontro più avanti nel testo – ed eccole le primissime incoerenze che si verificano spesso nella PLI.


Solitamente, al fianco di questi appunti appongo anche delle date. Sono i giorni in cui ho appuntato quelle problematiche e mi servono per capire quanto avevo letto del romanzo per arrivare a quella conclusione. Infine, al termine di ogni capitolo scrivo degli appunti, impressioni iniziali e poi commenti fatti in date successive.


Vi espongo questo metodo (che è in generale quello che utilizzo di più durante la prima lettura) non per farvi adattare a queste regole, ma per mostrarvi quanto sia “personalizzabile” il nostro modus operandi. A volte, ad esempio, i colori che utilizzo sono solo due; a volte sfrutto anche una legenda di simboli (cuori, croci e stelle, di solito), per evidenziare delle parti, e altre volte ho bisogno di creare una struttura molto più elaborata con documenti a parte per analizzare il testo.


L’unico modo per imparare a leggere in maniera critica è... leggere. E sperimentare. E poi rileggere e sperimentare di nuovo. L’esercizio è irrinunciabile.


Per questo, domani alla solita ora ci sarà n post relativo proprio alla lettura critica e alle valutazioni. Se vi va, ricordatevi le vostre! Sono molto curiosa di leggere che opinioni vi siete fatte sul romanzo.


A domani,

G.

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